“Presentero’ un esposto alla Corte dei conti e all’Agcom per sapere se e’ lecito che il portavoce di Palazzo Chigi, pagato con i soldi degli italiani per curare la comunicazione istituzionale del Governo, inondi la stampa di sms per fare falsa propaganda contro un partito di opposizione”. Lo dichiara Michele Anzaldi, deputato del partito Democratico. “E’ una distrazione di risorse pubbliche? E’ un abuso di potere? Il presidente del Consiglio Conte farebbe bene a licenziare in tronco il signor Casalino, prima di incorrere in guai piu’ seri con la giustizia contabile. Oggi alle 11.46 – spiega – in pieno svolgimento dei funerali di Stato per alcune delle vittime del Ponte di Genova e senza alcun rispetto per i morti, numerosi giornalisti, tra cui anche quelli del servizio pubblico Rai, hanno ricevuto da Casalino un messaggio riferito ai presunti fischi a esponenti Pd, notizia peraltro non confermata da molti dei presenti e dai video. Casalino scrive: ‘sono curioso di leggere i giornali domani’. Siamo di fronte a un caso gravissimo di utilizzo di una funzione pubblica per interessi di partito. Gia’ in una precedente occasione, con la derisione dei giornalisti del Foglio, Casalino ha dimostrato di contraddire i piu’ elementari doveri che il suo ruolo istituzionale gli impone”, scrive ancora Anzaldi. “Questo secondo caso confermerebbe la totale inadeguatezza del portavoce di palazzo Chigi a interpretare un ruolo senza la partigianeria incompatibile con una figura che e’ pagata da tutti gli italiani e non da un partito o da una societa’ privata. Invece Casalino sembra essere rimasto alle logiche della Casaleggio associati. Questa confusione risulterebbe ancora piu’ grave se associata a un frangente come l’emergenza del ponte Morandi a Genova. Un episodio che per la sua drammaticita’ e la delicatezza rispetto al futuro della citta’ rende impensabili atteggiamenti non solo di parte ma persino di irrisione, aggiunge”. “Qualora l’invio del messaggio di Casalino venisse confermato, Conte allontani immediatamente Casalino da Palazzo Chigi”, conclude.