Fallimenti societari, retrocessioni e penalizzazioni: basta pensare a Cristiano Ronaldo, il calcio italiano è un completo disastro


Nella giornata di ieri la Juventus ha presentato al mondo il suo nuovo acquisto: Cristiano Ronaldo. Visite mediche, bagno di folla, conferenza stampa davanti a 200 giornalisti da tutto il mondo. Evento planetario, stratosferico, un trasferimento storico che potrebbe aiutare il sistema calcio italiano a ritornare il più forte di sempre. Si, potrebbe…Perché contemporaneamente alla presentazione di CR7, in giro per l’Italia, alcune società professionistiche e storiche del calcio italiano sono scomparse. Stiamo parlando di Cesena e Bari per quanto riguarda la Serie B, con l’Avellino che rischia seriamente di ripartire dalle serie minori. Reggiana e Fidelis Andria hanno salutato la Lega Pro. Senza dimenticare i casi Chievo Verona e Parma in serie A, richiesta la retrocessione immediata per plusvalenze illecita per la prima e illecito sportivo per la seconda. E’ stato un lunedì nerissimo, un lunedì difficile da dimenticare e non per la presentazione di Ronaldo alla Juve.
Questo tipo di situazione si ripete ormai ogni anno. Società che falliscono per problemi di diversa natura, soprattutto economica. Ogni giugno/luglio si presentano questi maledetti problemi. Ma questa storia deve finire. Piazze come Cesena e Bari non possono abbandonare il calcio che conta; squadre importanti della serie C non possono retrocedere nelle serie minori o fallire a campionato in corso come è successo l’anno scorso a Modena, Como e Vicenza. Non è possibile falsare campionati con penalizzazioni di 10, 15 punti. Questo non è piu calcio, questa è la fine del calcio italiano e poco importa se la potenza Juventus aquista calciatori del calibro di Messi o Ronaldo. Un solo calciatore non puù cambiare le sorti di un sistema malato, vecchio e fallimentare. E non bisogna stupirsi della mancata qualificazione al Mondiale, non bisgona stupirsi più di nulla. La Federazione Italiana Giuco Calcio è allo sfascio e chi perde, come al solito, non sono i presidenti o i calciatori che retrocedono o falliscono, loro troveranno sicuramente altra sistemazione, a perderci sono solo i tifosi che ogni anno devono assistere alla morte della propria squadra del cuore.

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