Pompei. Ritrovato il cranio del fuggiasco, la prima delle vittime emerse nel cantiere dei nuovi scavi della Regio V, di cui finora era stata rinvenuta solo una parte dello scheletro.
In una prima fase dello scavo sembrava che la porzione superiore del torace e il cranio, non ancora identificati, fossero stati tranciati e trascinati verso il basso da un blocco di pietra che aveva travolto la vittima: tale ipotesi preliminare nasceva dall’osservazione della posizione del masso rispetto al vuoto del corpo impresso nella cinerite. Il prosieguo delle indagini all’incrocio tra il vicolo delle Nozze d’Argento e il vicolo dei Balconi, laddove erano emersi i primi resti scheletrici, ha portato alla luce la parte superiore del corpo, ubicata a quote decisamente più basse rispetto agli arti inferiori. La ragione di tale anomalia stratigrafica va ricercata nella presenza, al di sotto del piano di giacitura del corpo, di un cunicolo, presumibilmente di epoca borbonica, il cui cedimento ha portato al collasso e allo scivolamento di parte della stratigrafia superiore, ma non del blocco litico, ancora inserito nella stratigrafia originaria. La morte non è stata quindi presumibilmente dovuta all’impatto del blocco litico, come ipotizzato in un primo momento, ma da probabile asfissia dovuta al flusso piroclastico. I resti scheletrici individuati consistono nella parte superiore del torace, arti superiori, cranio e mandibola. Attualmente in corso di analisi, presentano alcune fratture la cui natura sarà verificata, in modo da poter ricostruire con maggiore accuratezza gli ultimi attimi di vita dell’uomo.