Una scultura del XVI secolo, raffigurante San Giovanni e opera dell’artista Girolamo Santacroce, è stata restituita oggi dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale alla Chiesa di San Giovanni a Carbonara di Napoli, dalla quale era stata trafugata nel lontano 1977. La statua è stata restituita dal tenente colonnello Nicola Candido, comandante del Reparto Operativo dei Carabinieri Tpc, alla presenza di Luciano Garella, soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Napoli, di Riccardo Naldi, professore dell’Università ‘L’Orientale’ del capoluogo campano e di Luciana Festa, dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro. Il ‘San Giovanni’ faceva parte dalla parete frontale della cappella della chiesa napoletana, edificata da Galeazzo Caracciolo di Vico nel 1516. La scultura è stata recuperata grazie alle investigazioni dei militari della Sezione Antiquariato del Reparto Operativo Tpc, iniziate nel 2015 quando, nel corso dei controlli sugli antiquari, i carabinieri si sono concentrati su un commerciante della provincia di Lucca che, pur non risultando essere né antiquario né collezionista, aveva proposto in vendita, presso il noto mercato antiquariale di Montpellier in Francia, una importantissima scultura proveniente dall’Italia. Come al solito, la comparazione tra la foto dell’oggetto in vendita in Francia e quello della banca dati dei beni culturali rubati, assieme a rilievi tecnici sul luogo del furto e ad approfondimenti negli archivi storici, hanno permesso di appurare con assoluta certezza che si trattava della scultura rubata negli anni settanta. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Roma Tiziana Cugini, hanno consentito di localizzare, anche tramite la cooperazione Iinterpol, l’opera e di accertare la buona fede dell’ultimo detentore, un antiquario belga, il quale, appresa la provenienza illecita, ha rinunciato alla proprietà, permettendone la restituzione, nel dicembre 2016, a Bruxelles, presso l’Ambasciata d’Italia, in favore dello Stato italiano. Il ‘San Giovanni’ è stato restaurato dall’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, e dopo 40 anni torna nella chiesa napoletana alla fruizione dei fedeli.