Questo l’appello del presidente del Comitato per la Tutela del Cittadino, Michele Raviotta. Sette anni fa i sigilli alle porte del ‘Mauro Scarlato’ a seguito della morte di Maria Rosaria Ferraioli, giovane ragazza originaria di Angri deceduta con i suoi due gemelli all’ottavo mese di gravidanza, ed è da allora che il leader del Comitato è sempre stato in prima linea, scagliandosi contro la chiusura del nosocomio scafatese.
“Numerose sono state le manifestazioni a favore della riapertura del pronto soccorso dell’ospedale di Scafati. Noi del Cotucit siamo stati gli unici ad avere il coraggio di incatenarci all’esterno dell’ospedale cittadino, e siamo pronti a rifarlo, e ad andare oltre, se il nostro appello da parte del Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, resterà inascoltato – tuona, Michele Raviotta. “E’ paradossale – insiste il presidente del Comitato – che siano trascorsi 7 anni dalla chiusura dello Scarlato, e che i cittadini debbano ancora subire la negazione del diritto alla salute, un diritto sancito anche dalla Costituzione italiana”.
Le tante battaglie del Cotucit hanno prodotto risultati. Raviotta infatti, durante i numerosi incontri tenuti con i responsabili della Regione Campania, durante il governo Caldoro, ha ottenuto il reinserimento del ‘Mauro Scarlato’ all’interno del nuovo piano ospedaliero, come struttura preposta all’emergenza-urgenza, questione riconfermata dall’attuale presidente regionale, Vincenzo De Luca.
“Un eccellente risultato – commenta Michele Raviotta – ma non basta. I lavori all’interno dei reparti vanno a rilento, e il nostro timore è che la riapertura del nosocomio cittadino diventi becero strumento politico da parte di chiunque intenda presentarsi alle prossime elezioni amministrative. Tutto questo bisogna evitarlo. Per questo – conclude il leader del Cotucit – lanciamo un accorato appello al presidente De Luca, per un’accelerazione dei lavori. L’ospedale deve essere riaperto al più presto. Non bisogna più perdere tempo. Qui la situazione è tragica. I cittadini si rivolgono a noi disperati”.
Gli fa eco Silvio Ruotolo, responsabile area Sanità del Comitato Cittadino :
“Decine sono stati gli incontri in sede regionale, e negli stessi più volte ci è stato assicurato – afferma Ruotolo – che la struttura ospedaliera cittadina sarebbe rientrata nel piano dell’emergenza. Ci tengo a sottolineare oggi, così come fatto durante gli incontri regionali, che a parer mio visto che l’ospedale è stato chiuso dalla politica, è responsabilità della stessa riaprirlo. Siamo stanchi delle tante promesse”. E poi conclude: “Dobbiamo avere il coraggio di essere europei in un pezzo d’’Italia dimenticato da tutti. Non c’è bisogno adesso di tante parole ma di mobilitazione. Non bisogna dimenticare che l’ospedale è stato costruito grazie al contributo degli stessi scafatesi. Per cui oltre ‘l’appartenenza’, i cittadini devono avere la possibilità di curarsi senza andare lontano”.