Paestum. Dopo 60 anni, Bob Martin, cittadino degli Stati Uniti, ha deciso di fare un lungo viaggio a Paestum, in Campania, per liberarsi da un peso. Nel sito archeologico salernitano, infatti, era andato nel 1958, quando era alle elementari e in vacanza con la famiglia, e aveva portato portato via quello che credeva fosse “un osso di un legionario romano”. Lavandolo, ha scoperto che era una statuetta in avorio. A parte una sgridata dalla madre, non ebbe altri problemi. Ora, pero’, ha deciso di restituirlo a Paestum. Ad accogliere il “ladro” pentito, il direttore del Parco Archeologico, Gabriel Zuchtriegel, commosso dal gesto del visitatore, anche se ci sono voluti sei decenni per riavere la statuetta. “Da un’analisi preliminare sembra di poter riconoscere il dio Dioniso con la cornucopia, simbolo dell’abbondanza”, spiega. La piccola scultura, che a giudicare dalla forma concava del retro era una sorta di applique, e’ stata consegnata al laboratorio di restauro del Parco, dove sara’ pulita e studiata dagli archeologi, per essere poi esposta eventualmente nel Museo di Paestum. “Il 3 giugno inauguriamo la mostra per i 50 anni dalla scoperta della Tomba del Tuffatore” – ricorda il direttore – se persino Dioniso, il dio del simposio, decide di rientrare per l’occasione, vorra’ pure dire qualcosa!” La mostra “L’immagine invisibile. La Tomba del Tuffatore nel cinquantesimo dalla scoperta” sara’ visitabile dal 3 giugno al 7 ottobre prossimi e mira a raccontare, attraverso oggetti antichi e opere moderne, il contesto religioso, ideologico e culturale che ha fatto della tomba piu’ famosa della Magna Grecia, uno dei piu’ discussi e controversi ritrovamenti del Mediterraneo antico.