Droga in Abruzzo: ai domiciliari il boss Di Lorenzo, Gargiulo scarcerato


Arresti domiciliari con il braccialetto elettronico per il boss del narcotraffico dei Monti Lattari, Antonino Di Lorenzo detto o’ lignammone e anche per il suo braccio destro Diodato Di Martino. Completamente libero, invece, l’altro boss Ciro Gargiulo, detto Ciruzzo o’ biondo nei confronti del quale è caduta anche l’esi­genza cautelare per il reato di coltivazione di piantagioni di marijuana. Completamente libero anche Carmine Di Lorenzo, figlio di o’ lignammone, che era finito invece ai domiciliari. I quattro principali inda­gati -(tutti difesi dal  penalista Alfonso Pisci­no)  sono comparsi ieri con altri arrestati davanti ai giudici del Riesame de L’Aquila da dove era partito il blitz di due settimane fa con l’arresto di 8 persone tra carcere e domiciliari (12 gli indagati). Caduta l’aggravante dell’associazione di tipo mafioso si sono ridimensionate tutte le accuse nei confronti degli indagati.
Oltre ai due Di Lorenzo, a Gargiulo e a Di Martino, era finito in cella anche lo stabiese Romeo Pane, mentre per il ge­nero Antonio Criscuolo e per il gragnanese Pasquale Di Nola erano stati disposti i domiciliari. Anche per loro, tutti difesi dal penalista Francesco Schettino, il Riesame non ha riconosciuto l’ipotesi associativa, e di conse­guenza anche Pane finirà dal carcere ai domiciliari, mentre Di Nola e Criscuolo sono tornati completamente liberi. Tutti e sette erano accusati di far parte di una vera e pro­pria associazione a delinquere, messa in piedi per impiantare piantagioni di marijuana nel Fucino, tra le campagne della zona di Avezzano. Con la com­plicità di persone del posto, come Gianfranco Scipioni, la sua compagna di origini napole­tane, Anna Scotto Di Gregorio, e i suoi due figli di primo letto, Gennaro e Veronica Casillo.