Quella di Rachid è una storia che ha dell’incredibile. Il protagonista è un vucumprà, di origini marocchine, che ha coronato il suo sogno: la laurea magistrale in Ingegneria Civile con specializzazione in Strutture. Due anni fa si è laureato alla triennale al Politecnico di Torino, città in cui risiede dall’età di 12 anni. Nel 1997 infatti ha oltrepassato lo stretto di Gibilterra, la Spagna e la Francia per arrivare in Italia, dove già vivevano i suoi fratelli. Qui si è iscritto alle medie, poi all’itis e infine all’università. Tuttavia non ha mai smesso di aiutare la sua famiglia vendendo accendini e gadget nelle strade di Torino, soprattutto a turisti e studenti.
La sua tesi è intitolata “Gli effetti dei nanomateriali di carbonio aggiunti ai compositi di cemento” e si tratta di una ricerca sperimentale che Rachid ha svolto in un azienda in Svizzera, la Cemex, per 8 mesi, nei quali ha conosciuto studenti di oltre 24 nazionalità. Tuttavia se non fosse stato cittadino italiano dal 2013, non avrebbe potuto fare nulla del genere: “La Svizzera è molto restrittiva e un ragazzo nelle mie stesse condizioni ma senza cittadinanza non avrebbe potuto sfruttare questa possibilità. Per questo la discussione su ius soli e ius culturae andrebbe riaperta. Una persona dovrebbe sfruttare le proprie chance in base ai meriti e non in base ai certificati”, sottolinea Rachid.
Da martedì in poi si metterà a in cerca di un lavoro da ingegnere: “Mi rifarò vivo con una serie di aziende con cui avevo già fatto colloqui dopo la triennale. Ora con la specializzazione posso giocarmi una carta in più”. Sogni nel cassetto? “Mi piacerebbe fare un’attività simile a quella che ho svolto in Svizzera, a cavallo tra ricerca e applicazione industriale. Nella tesi ho studiato come determinati materiali possano innovare l’edilizia tradizionale consentendo di realizzare strutture “smart”, che possono essere monitorate senza la necessità di installare sensori appositi”, dice Rachid.