Punta tutto sullo sconto di pena Antonio Ascione, il pizzaiolo 44enne torrese che nel luglio scorso uccise Maria Archetta Mennella, conosciuta come Mariarca, nella casa di lei nel Veneziano. La uccise con 5 coltellate, di cui tre al torace e due al braccio sinistro. Questo è quanto emerso dal risultato dell’esame autoptico sul corpo della 38enne torrese, mamma di due bambini da un anno commessa in veneto. La morte di Mariarca è riconducibile ad un “arresto cardiocircolatorio irreversibile” a cui si aggiunge “anemia post emorragica da sezione del polmone di sinistra, del pericardio e dell’aorta”. Secondo i medici legali le lesioni sarebbero state causate da un coltello con una lama lunga dagli 8 ai 10 centimetri e larga 2 centimetri.
La perizia sarà visionata dal Pubblico Ministero che chiederà, molto probabilmente, il rinvio a giudizio di Antonio Ascione. L’imputato, seguito dall’avvocato Pietramala, ha fatto intendere che chiederà il giudizio abbreviato perché il suo assistito possa beneficiare dello sconto di un terzo della pena. La famiglia Mennella, invece, è sostenuta gratuitamente dallo Studio 3° di consulenza legale e dall’avvocato Alberto Berardi, il quale sostiene di avere gli elementi necessari per dimostrare la premeditazione dell’omicidio. I familiari di Mariarca mostrano tutta la rabbia sulla notizia dell’eventuale sconto di pena. “Ma quale sconto di pena – dice la sorella di Mariarca – io la pena di morte gli darei. Vergogna».