“Durante la mia esperienza al Bari, assieme a diversi compagni di squadra sono stato squalificato ingiustamente per uno scandalo relativo a partite truccate. Non ho giocato per due stagioni per colpa di questa spiacevole situazione. Mi ha colpito molto perché sono stato condannato ingiustamente per qualcosa che non ho fatto. Quindi a 33 anni, ho accettato l’offerta della Casertana che mi ha voluto fortemente anche se non giocavo da due anni. Sono molto legato e grato a questi colori per questo grandissimo gesto.” Sono le parole pronunciate da Ivan Rajcic in un’intervista alla rivista online croata germanijak.hr dove rimarca, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la sua gratitudine nei confronti della Casertana. Il centrocampista dei falchetti veste la casacca rossoblu dal 2014, parentesi al Martina Franca a parte. Spalatino di nascita, casertano d’adozione; il capitano classe ’81, con un passato anche in serie B tra le file del Bari di Antonio Conte, è il giocatore croato con più presenze in Italia, ben 323, con Bjelanovic dietro a 320. Nell’attuale epoca calcistica, trovare un calciatore profondamente legato alla maglia che indossa è sempre più un lontano miraggio. I soldi, quelli veri, sono entrati da un po’ nel mondo del pallone, spazzando via quasi completamente i sogni dei tifosi che, ormai, sono spesso preparati all’addio del beniamino di turno verso lidi più prestigiosi. La comune citazione “non ci sono più le bandiere nel calcio” è un’espressione quanto mai reale in questo periodo storico ma, come solito affermavano i latini, “exceptio probat regulam” (l’eccezione prova la regola). Nel coinvolgente e ricco mondo del calcio, c’è chi ancora è legato ad antichi valori come la riconoscenza, il rispetto e l’attaccamento nei confronti di un popolo e di una squadra. In serie A sono celebri in questo senso Marek Hamsik, ormai napoletano doc e Daniele De Rossi, il capitano della Roma, il quale ha ereditato la fascia dal simbolo giallorosso per eccellenza: Francesco Totti. Nomi celebri, campioni che saranno ricordati dall’intera Italia e non solo anche tra qualche decennio. Dal punto di vista tecnico mai riuscirà a raggiungere mostri sacri e probabilmente è e sarà sconosciuto a tanti, ma quel che è certo che Ivan Rajcic, a Caserta, mai sarà dimenticato.
Foto: Giuseppe Scialla