A poche ore dal big match del San Paolo tra Napoli e Lazio, la nostra redazione ha raggiunto Massimiliano Esposito, calciatore di Napoli che ha vestito entrambe le maglie:
Massimiliano Esposito, lei ha giocato con entrambe le formazioni che sabato sera si affronteranno al San Paolo, ovvero Napoli e Lazio. Due piazze storiche e calde, ma quale delle due le ha lasciato più emozioni?
E ‘facile rispondere: quello che ti lascia il San Paolo e il Napoli per un napoletano e un tifosissimo del Napoli come me, è un qualcosa di imparagonabile. Sono stato bene anche a Roma, dove la piazza è sempre molto calorosa e importante ma l’attaccamento che c’è con i napoletani viene prima di tutto.
Al Napoli ha giocato in un momento non facilissimo, oggi la storia è cambiata: primo posto in serie A con il sogno scudetto non impossibile. Come vede la lotta a due con la Juventus? Quali fattori potranno incidere ai fine della classifica finale?
Si io purtroppo ho fatto gli anni bui, ultimi anni di Ferlaino e una mancanza di società. Oggi la storia è cambiata con De Laurentiis: campionati di livello, la Champions League. E addirittura quest’anno siamo primi davanti a tutti da inizio campionato, il terzo scudetto sarebbe meritatissimo per tanti motivi. Uno di questi è la ricerca del gioco che Sarri ha imposto alla squadra. L’unico neo per quanto riguarda il Napoli potrebbe essere la rosa non completa, bisogna sperare che nessuno si faccia male come già successo con Milik e Ghoulam e abbiamo visto che qualche difficoltà è arrivata. Bisogna arrivare alla fine della stagione al completo e con le energie cariche. Inoltre dobbiamo sperare che la Juve vada avanti in Champions, che magari la vinca anche e a quel punto potrebbe lasciare qualcosina per strada.
Per quanto riguarda la Lazio, invece, il sogno non è lo scudetto ma la qualificazione in Champions League, insperata ad inizio stagione. Roma e Inter sembravano più attrezzate ai nastri di partenza ma i biancocelesti sono saldi al terzo posto. Tutto questo grazie a due giocatori in particolare: Savic e Immobile. Lei che è stato un attaccante, come giudica la crescita della punta torrese? E secondo lei è il miglior attaccante della Serie A? Immobile è cresciuto tantissimo e non a caso giusto qualche anno fa mi chiesero se un un suo ritorno potesse giovare o meno. Risposi che un suo ritorno in serie A voleva significare solo una cosa: grandi partite e tanti gol. Questa crescita gli ha permesso di restare sempre ai vertici per vincere la classifica cannonieri. In questo momento la Lazio non vive un momento positivo ma non è una squadra da sottovalutare. Oltre ai due calciatori sopracitati ci sono tanti altri calciatori di livello e la partita del San potrebbe confermare che il Napoli meriti il primato e lo scudetto finale. Io credo che ogni attaccante abbia caratteristiche diverse. A me piace molto Icardi, lo stesso Immobile, oppure Mertens che non è una vera punta ma sta dimostrando grandi colpi. Dimentico sicuramente qualcuno e mai come quest’anno il campionato italiano sta sfornando giovani attaccanti di prospettiva.
Le due squadre arrivano alla sfida di sabato con umori opposti: il Napoli che non perde mai le partite e soprattutto le certezza costruite grazie a mister Sarri, mentre Inzaghi è reduce da due sconfitte consecutive ed un presunto litigo con il brasiliano Felipe Anderson. Sarà rilevante tutto questo? Oppure un big match è sempre una partita a sè e dunque qualsiasi risultato è possibile?
Sicuramente sul piano psicologico il Napoli parte avvantaggiato. Ma in campo può succedere di tutto: la Lazio dispone di calciatori di grande livello. I malumori e le due sconfitte consecutive potrebbero pesare. E il Napoli se avrà la fortuna e la bravura di passare in vantaggio subito allora la partita si potrà mettere dall’inizio su binari giusti. Invece se la partita si dovesse mettere su un binario di parità, allora la Lazio potrebbe mettere in difficoltà il Napoli. Ma la squadra azzurra ha dimostrato in più occasioni di avere la maturità di superare qualsiasi ostacolo, soprattutto quando le partite hanno contato. La partita decisiva sarà sicuramente quella contro la Juventus, si affronteranno le prime della classe e il Napoli dovrà dimostrare di essere la più forte.
Una domanda sul chiacchieratissimo mercato azzurro. Su Verdi nessuna colpa di De Laurentiis, forse si è insistito troppo con Politano offrendo ben oltre il reale valore del ragazzo per poi ricevere un secco no da Carnevali, e infine Younes, il quale ha firmato ma sta facendo intendere la sua mancanza di volontà di approdare in serie A anche a luglio dopo il no di gennaio. Probabilmente non era meglio virare su Deulofeu, un calciatore forte che conosce la Serie A? Sul mercato del Napoli effettivamente ci sono parecchi dubbi. Bisogna capire se è effettivamente è colpa di De Laurentiis o dei calciatori. Ai miei tempi se mi veniva offerto un contratto da una squadra prima in classifica non ci avrei pensato nemmeno due volte. Ad oggi invece abbiamo incassato tre no da questi giocatori, che non sono campioni ma semplicemente giovani che stanno cercando di affermarsi.
Un giudizio non può mancare sulla coppia d’assi Lotito-Tare. Ogni anno i tifosi biancocelesti contestano la società per mancanza di colpi ad effetto sul mercato e puntualmente il direttore Tare riesce a piazzare giovani importanti da campionati di seconda fascia per poi effettuare grosse plusvalenze. Questo accadrà, probabilmente in estate, anche per Milinkovic Savic, ambito da mezza Europa. Dove vedrebbe meglio il giocatore serbo dopo la Lazio?
Intanto c’è da dire che secondo me è un’abitudine sbagliata dei tifosi italiani a criticare e contestare le decisioni senza riflettere troppo. Ogni la società biancoceleste fa sempre scommesse vincenti. E una di queste è stata anche quella di mettere un giovane come Inzaghi in panchina. Non saprei dove potrebbe andare Savic, e anche in questo bisogna vedere le volontà di calciatore e società. E’ sicuramente un giocatore importante, e ogni società dovrebbe cercare di tenerli invece che venderli questo tipo di calciatori.
Oggi, nel Napoli giocano due partenopei come Luigi Sepe e soprattutto Lorenzo Insigne, prodotti del settore giovanile azzurro, ma nel recente passato, anche Paolo Cannavaro ha indossato questa maglia per ben otto anni. Quali sono le sensazioni che prova un napoletano doc ad indossare la casacca dei propri sogni?
L’emozioni sono tantissime e vanno di pari passo con le responsabilità. E non è nemmeno la responsabilità con la società che ti ha offerto un contratto di lavoro, ma una responsabilità nei confronti di un’intera città. Succede questo per un napoletano che indossa quella maglia. Anche Sarri ha sangue napoletano ed è stato bravo anche in questo: far capire l’importanza di appartenere ad un popolo. Tutto questo fa presagire ad un qualcosa di importante, e speriamo che a fine campionato tutto ciò si avveri.
A cura di Antonio Citarelli e Antonio Carlino