Napoli. Una lettera scritta ai giovani 11 anni fa dall’allora neo vescovo di Napoli Crescenzio Sepe. Un testo molto forte che, a distanza di tempo, è tremendamente attuale. Così l’arcidiocesi di Napoli ha deciso di ripubblicarlo su suo settimanale. Ecco il testo della lettera.
“Miei cari Giovani, vi porgo il mio affettuoso saluto nel nome del Signore. È mio vivo desiderio comunicare con voi, e farvi giungere la mia voce ovunque voi siate, e in qualunque ambiente, situazione o condizione in cui vi trovate a vivere. Vi parlo come padre, con la voce del mio cuore, convinto che solo il linguaggio dell’amore può scardinare ogni sordità ed indifferenza. Vengo a voi, quasi con trepidazione, e busso alla porta della vostra vita, così preziosa e bella, per dialogare come vecchi amici, con familiarità e in confidenza, e perché siete parte importante della mia grande Famiglia. So che tanti, forse troppi, gridano, urlano slogans per conquistarvi, per proporvi una felicità effimera e insignificante. Quante belle parole, per non dire niente; quante morti mascherate da bellezze inconsistenti; quante promesse vuote che, alla fine, lasciano delusi; quanto miele per attirare nella trappola dell’apatia, della noia, della sfiducia… Quante false libertà offerte gratis, per imprigionare poi la vostra volontà, incatenandola con la sete di potere e di successo ad ogni costo! Costoro possono conquistare il vostro corpo, perfino la vostra mente, scuotere con forza il vostro essere, ma non potranno mai colmare il vostro cuore, continuamente alla ricerca del Bene infinito. È questo Bene che vi offro, per rendervi liberi nella Verità. Da qualche tempo, si avverte un esasperato clima di violenza. Spesso, si ha la sensazione che la via per arrivare ad affermare la propria autonomia, sia la sopraffazione; talvolta, si pensa di conquistare il rispetto degli altri incutendo in loro il timore. Tra alcuni di voi si è diffusa una certa mentalità di bullismo, ritenendo che la via più facile per farsi strada o risolvere rapidamente conflitti e contrasti sia la violenza. No, cari giovani, non è questa la via. Così non si va lontani, non si costruisce nessun domani migliore. Questa strada porta alla rovina, alla frantumazione delle vostre e delle nostre attese. Molti dicono che voi siete l’avvenire, ed è vero, ma io credo che non si può edificare il futuro, senza seminare oggi, nel solco di ogni vita, il germe della pace. Una mano aperta èpronta a donare e ricevere, una mano chiusa, spesso può diventare un pugno per ribellarsi e colpire. Perciò io vi dico: Aprite le vostre mani! Siate pronti a offrire i tesori preziosi che ciascuno si porta dentro! Accogliete con fiducia i tanti semi di bene che vi vengono offerti! Aprite le vostre mani! Lasciate cadere i coltelli che spargono solo sangue, morte e lutto. Aprite le vostre mani! Lasciate cadere i coltelli che reclamano vendetta, che rispondono all’odio con l’odio. Aprite le vostre mani! Lasciate cadere i coltelli che tagliano i legami di amicizia, lacerano i rapporti, fanno versare lacrime e colpiscono al cuore la vostra dignità di giovani. Aprite le vostre mani per salutare, fare amicizia, per solidarizzare. Particolarmente in questo tempo di Quaresima, vi chiedo un atto di coraggio, quasi una risposta all’accorato appello di Cristo che vi invita ad essere suoi amici e vi offre il Suo disarmante amore. “Sfoderate” il vostro coraggio e, in questi giorni che ci separano dalla Pasqua, portate nelle chiese le armi, tutte le armi che rinnegano la vita; deponete d’avanti all’altare di Cristo i coltelli, le lame che uccidono la speranza e infangano la vostra giovinezza e la vostra dignità di uomini. Non abbiate paura! Siate forti, non chiudetevi all’Amore! Dio non delude mai! Gesù ha dato la vita per amore, ha versato il Suo sangue una volta per tutte; non spargete altro sangue fraterno. Se accettate questo invito, entrate in una Chiesa e deponete questi strumenti di morte in una cesta che si trova ai piedi di Cristo Crocifisso, Principe della Pace e nostro Salvatore. Questi coltelli che deporrete diventeranno segni di vita. Insieme a tutti gli altri strumenti di morte saranno distrutti e saranno trasformati in arnesi utili a coltivare la terra. Così realizzeremo ciò che dice la Parola di Dio: «Forgeranno le loro spade in Vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra» (Isaia, 2,4). Sono certo che con l’aiuto di Dio e la protezione della Madonna riusciremo a vincere il male con il Bene. Ve lo assicuro nel nome del Signore”.
Il vostro Vescovo Crescenzio