Scoppiano le polemiche per la realizzazione di un grosso edificio all’interno del parco archeologico degli Scavi e realizzato proprio su commissione della stessa Soprintendenza Archeologica. “Apprendiamo, da una lettera esposto firmata dal responsabile del comitato territoriale del bacino del Sarno, che nell’area demaniale degli Scavi di Pompei, a pochi passi da via Plinio e dalla porta di Stabia, starebbe nascendo un grosso edificio direzionale destinato ad ospitare uffici. La struttura, in cemento armato, dovrebbe sostituire le ex ‘officine Falegnami e Fabbri’ della precedente soprintendenza. Il tutto, in una zona di protezione integrale (secondo il vigente piano paesistico dei comuni vesuviani). L’opera rispetta le norme del codice dei beni culturali? E soprattutto: quale autorità ha dato il permesso per la sua costruzione?”. Se lo chiedono, in una nota congiunta, i senatori Vincenzo D’Anna, Pietro Langella e Antonio Milo di Alleanza LiberalPopolare Autonomie, secondo i quali “la scelta di realizzare un simile scempio” è “assurda ed in netto contrasto con gli interventi messi a punto, finora, dal governo per il rilancio del sito archeologico mariano”.
Per D’Anna, Langella e Milo: “tutte le lodevoli iniziative sposate dal ministro Franceschini per Pompei, dallo stanziamento di fondi all’integrazione dei progetti finanziati dalla Regione e dalla Comunità europea, rischiano di venire vanificate al cospetto di simili abusi laddove assentiti o comunque realizzati in zone demaniali. Invochiamo pertanto, l’intervento urgente dello stesso ministro, oltre che della sovrintendenza e del governatore De Luca”.