Grave episodio all’interno del carcere minorile di Napoli di Nisida dove, intorno alle 12 di oggi, un agente e’ stato sequestrato e aggredito in maniera violenta, riportando 21 giorni di prognosi per le lesioni subite. “Il poliziotto – spiega Angelo Urso, segretario generale della UIL PA Polizia Penitenziaria – a quanto pare, mentre era impegnato ad assicurare lo smaltimento dei rifiuti dall’interno delle celle, e’ stato aggredito dal detenuto addetto al servizio che, giunti all’altezza dell’ultima, ha approfittato della situazione prendendolo alle spalle, spalleggiato da altri due detenuti intervenuti immediatamente dopo. I tre avrebbero sottratto le chiavi all’agente e lo avrebbero chiuso all’interno della cella per poi aprire quelle di detenuti, non prima pero’ di aver picchiato il poliziotto. Scattato l’allarme, e’ giunto sul posto il Comandante di Reparto unitamente a tutto il personale di Polizia Penitenziaria disponibile all’interno dell’istituto. Nell’ospedale civile all’agente sequestrato sono state praticate le cure del caso e diagnosticati 21 giorni per la guarigione. Poi e’ stata riportata alla normalita’ la situazione”. “Questa, semmai ce ne fosse stato bisogno – aggiunge – e’ l’ennesima dimostrazione di quanto sia fallimentare l’attuale gestione del sistema penitenziario italiano. Il senso d’impunita’ che si respira nelle carceri italiane favorisce il proliferare di eventi critici. Cio’ che e’ drammatico, se fosse confermato, e’ che il gesto in questione pare abbia all’origine un rivalsa nei confronti del personale ritenuto responsabile di aver realizzato, qualche giorno fa, una perquisizione straordinaria all’interno dell’istituto minorile che ha portato al rinvenimento e al sequestro di sostanze stupefacenti”. “L’auspicio – conclude Urso – e’ quello che prima delle prossime elezioni, il Governo nella sua attivita’ ordinaria, riesca a mettere in agenda il problema delle aggressioni e degli eventi critici al fine di individuare soluzioni concrete perche’ e’ inammissibile che ci siano categorie in cui il rapporto ottimale dipendente/utente sia di uno a dieci mentre, per la Polizia Penitenziaria, questo rapporto nemmeno esiste e un agente da solo, disarmato e senza ausilio di strumenti di alcun genere siano essi informatici o anti aggressione, debba attendere alle esigenze di 60/80/100 detenuti”.