Nonostante quest’anno sia tra le formazioni favorite alla vittoria finale del campionato, la campagna abbonamenti del Napoli stenta a decollare. Gli elementi che traspaiono fin d’ora, forniscono un dato relativamente basso del numero di tessere sottoscritte. Infatti, sono circa 6mila gli interessati che hanno acquistato l’abbonamento al botteghino, facendo registrare l’ennesimo calo che la società partenopea ha collezionato. Non è infatti questa la prima occasione in cui gli Azzurri hanno riscontrato un deperimento in questo senso. Dati alla mano, si evidenzia un notevole abbassamento avuto negli ultimi dieci anni. Considerando solo l’era De Laurentiis, in serie A, il numero massimo si era ottenuto nella stagione 2008/09, la seconda in massima serie, dove circa 23mila tessere furono vendute ai tifosi per ammirare le gesta del Pocho Lavezzi e compagni. Un dato che riscontra, quindi, un problema evidente. Provando ad ampliare il discorso, ricercando in decenni e decenni di storia, il calcio in generale, compreso il Napoli, sono stati testimoni della flessione di tessere vendute. Basti pensare che nella stagione 74-75, con l’acquisto di Mister due miliardi, Beppe Savoldi, i Partenopei distribuirono oltre 70mila abbonamenti. Eppure quella squadra non lottava per traguardi ambiziosi come attualmente gli Azzurri sono soliti fare.
I motivi della diminuzione delle vendite sono dovute ad alcuni fattori: L’innovazione dei match in tv, dove è possibile seguire la partita comodamente dal proprio sofà di casa è sicuramente tra gli aspetti fondamentali, che ben si lega con la condizione di fatiscenza in cui versa da anni lo stadio San Paolo, il quale non riesce a fornire allo spettatore neanche i più elementari servizi. Altro aspetto che ha caratterizzato l’assenza del tifoso allo stadio è certamente l’incremento del costo dell’abbonamento venutosi a registrare dalla stagione 2016/17, che ha quasi equiparato i prezzi di Juventus, Milan, Inter e Roma. C’è da annotare però come queste società distribuiscono un numero elevato di tessere. Spiegare la differenza non è poi così difficile. I club sopracitati sono in possesso di complessi strutturali dotati di tutti i comfort che il pubblico possa desiderare, come ad esempio l’Allianz Stadium di Torino, stadio ultra moderno inaugurato nel 2011.
Sottoscrivere inoltre la tessera del Napoli non è neanche vantaggioso per l’osservatore. Analizzando nello specifico la scorsa stagione, solo coloro che hanno optato per le curve hanno ottenuto un risparmio, a differenza di chi era in possesso della tribuna o i distinti. La convenienza è quindi nell’acquistare il tagliando per ogni singola partita. La costruzione di nuovi impianti che mettano a proprio agio l’individuo, potrebbe favorire ed invogliare lo spettatore a sottoscrivere il classico abbonamento, in modo da poter assistere dal vivo all’evento. Sarà questo nelle intenzioni di ADL? Solo il tempo potrà dare risposta.
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