In Campania, in particolare nella zona partenopea, è emerso un grave e radicato problema che colpisce i giovani: l’uso smodato e continuo di alcool, stupefacenti e tabacco.
I fine settimana dell’ospedale Cardarelli di Napoli sono caratterizzati da un via vai di ambulanze e soccorsi di ragazzi tramortiti dai superalcolici ingeriti. Un caso noto è quello del 15enne trovato venerdì privo di sensi in piazza Medaglie d’Oro, finito in coma etilico per aver bevuto 15 cicchetti in dure ore.
I dottori sono molto preoccupati per questo fenomeno poiché, a lungo andare, l’alcool, oltre alla dipendenza, provoca danni al cervello, al cuore, ai reni e in particolar modo al fegato, che può comportare l’approdo alla cirrosi epatica.
Una delle cause più evidenti legata a questa situazione è il fatto che i venditori di alcolici non si curano minimamente dell’età del compratore, permettendo a chiunque, dal 13enne al 18enne, di comperare superalcolici, sia nei supermercati sia nei bar. Quindi gli adolescenti si sentono liberi e sicuri di poter bere, in strada e seduti al tavolino di un caffè, qualsiasi drink essi vogliano. Per cui una soluzione a questo grave problema potrebbe essere un controllo maggiore delle vendite negli esercizi commerciali, in modo da impedire ai giovani di ubriacarsi ogni weekend.
Parallelamente ci dovrebbero essere campagne di sensibilizzazione in famiglia e a scuola verso le problematiche legate ad un consumo eccessivo dell’alcool. Protagonisti di queste vicende risultano inevitabilmente anche i genitori, i quali sabato dopo sabato sono avvertiti dall’ospedale dello stato di salute del ragazzo.
Tendenzialmente però non si parla di “cattivi giovani”, ma di ragazzi che vivono in buone famiglie, che hanno ottimi voti a scuola ma che il venerdì sera decidono di divertirsi perdendo il senso della realtà.
E’ emerso quindi che il 70% dei giovani minorenni ammettono di far utilizzo di alcool, il 69% di fumare sigarette e di questi il 10% fuma fino a 30 sigarette al giorno. Sono dati impressionanti, a cui non si può restare indifferenti.