Si scrive un pezzo di storia per la città di Castellammare di Stabia, quest’oggi è stata celebrata la prima unione tra persone dello stesso sesso. A condurre il rito è stato il sindaco Antonio Pannullo nella sala adibita ai matrimoni della reggia di Quisisana. Si “inaugura” , quindi, oggi il librone delle unioni civili stabiesi. I primi sono stati Antonio e Maurizio rispettivamente di Castellammare e di Napoli. Quello dei due, fanno sapere, è un amore lungo, nato circa 15 anni fa, il cui coronamento è avvenuto oggi con la possibilità di celebrare il rito civile dinnanzi al Sindaco e a due testimoni, oltre ai propri cari. Le nozze sono state possibili grazie alla legge Cirinnà del Maggio 2016 che permette la registrazione dell’ unione omosessuale nei registri dello stato civile.
In otto mesi sono poco più di 2mila e 800 le unioni civili in tutta Italia. Fino a fine dicembre non superavano le 2500. Un vero e proprio flop, vista la battaglia durissima e lo scontro politico per arrivare a quella legge. Un testo normativo che ha diviso politicamente tutta la legislatura, il cui iter è stato molto travagliato. I dati, però, deludono le aspettative. Vengono celebrate più unioni al nord e al centro rispetto al sud. La regione leader è proprio la Campania con 105 unioni, di cui 69 a Napoli, segue la Sicilia con 75. Ecco i dati completi pubblicati da Repubblica: 1.417 unioni civili in Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino, Friuli, Veneto e Liguria. In Valle d’Aosta solo sei. 1.093 unioni celebrate in Emilia e in Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio. Poi ecco il crollo scendendo verso il Sud. Solo 292 unioni sono state celebrate in Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna. In Molise è stata celebrata una sola unione, due in Basilicata, otto in Calabria.
(ph. Ciro Serrapica/Ciessepress)
Emilio D’Averio