Il calcio è propriamente definito uno sport di squadra, dove, a detta di molti(sciocchi) ci sono 22 persone che rincorrono un pallone.
Apparentemente è cosi. Come dargli torto.
Ma chi ama questo “sport” va oltre alla definizione suddetta. E l’esempio più incredibile di quanto il calcio lasci a bocca aperta è stato dato ieri sera, in una partita di Champions League, già praticamente chiusa all’andata. Il PSG travolge 4-0 il Barcellona al Parco dei principi di Parigi e in pratica al Camp Nou deve solo amministrare il grande vantaggio. Non un impresa impossibile vista la forza dei parigini.
Una sola cosa è stata dimenticata: 100mila blaugrana hanno trasformato lo stadio in un inferno.
La partita inizia come da pronostico: Barça in vantaggio dopo pochi minuti con Suarez e 2-0 all’intervallo grazie ad un autogol di Kurzawa.
Siamo a metà dell’opera, mancano due gol all’impresa, anzi ne mancherebbe uno solo visto che Messi sigla il tre a zero su rigore.
Ne mancherebbe uno se Edinson Cavani non gelasse il Camp Nou. 3-1 e addio qualificazione. O almeno addio qualificazione per tutte le squadre mondiali, tranne che per una, il Barcellona.
Si, perché Neymar decide di diventare Re di un popolo, prendendosi lo scettro dalle mani, anzi dai piedi, di Messi.
Una punizione sublime e un rigore al 90′ fanno ancora credere alla rimonta. All’ultima palla giocata, al limite dell’area, l’asso brasiliano inventa un assist da PlayStation per Sergi Roberto, uno che il Barça lo ha nel sangue, che insacca il definitivo 6-1. Tre gol in otto minuti e miracolo avvenuto, Barcellona ai quarti contro ogni pronostico.
E al diavolo gli errori arbitrali, la difesa da horror del PSG e l’errata lettura della partita di Emery. Qui siamo di fronte a marziani che hanno deciso, ancora una volta, di sorprendere il mondo intero.
Questa è una storia che solo il calcio poteva raccontare. Ah, mi raccomando, voi continuate a dire che è solo uno sport!