A cura di Alessandro Criscuolo
SANREMO 2017: GABBANI FA 2 SU 2 – SORPRESA ERMAL META – TEST SUPERATO PER CONTI
Quest’anno il Festival di Sanremo si è presentato con meno polemiche e più contenuti. Scelta eterogenea sia dei concorrenti in gara, sia degli ospiti. Un po’ come piace agli italiani. Carlo Conti e Maria De Filippi ( voto 7 ): Finalmente, il Festival è condotto in coppia (anche se il conduttore principale è Conti). Un duo opposto nel carattere: Carlo molto veloce e simpatico, Maria più lenta e tranquilla. Il primo lancia le cose gioiose dell’Italia, la seconda le tristezze. In poche parole, si sono completati a vicenda. L’anno prossimo i papabili a doversi contendere la conduzione saranno molto probabilmente Paolo Bonolis e Fabio Fazio. Scelta azzeccatissima quella di riconfermare Maurizio Crozza ( 7 ). Lo showman, come sempre, ci ha deliziati della sua comicità satirica e pungente. L’unica pecca è stata la scelta di chiudere, la serata finale, con la parodia del senatore Razzi. Le donne ( 6 ): Le donne sono quasi tutte a proprio agio sul palco, molte delle quali invitate per promuovere propri eventi. Non si è capita la necessità di invitare la figlia di Alain Delon e la nipote di Jean Paul Belmondo, ma questo ci può stare e soprattutto ci può stare che Diletta Leotta venga a fare lezioni in eurovisione, sperando che la prossima volta scelga un altro vestito per l’occasione. Tra le altre invitate troviamo: la modella Marica Pellegrinelli (moglie di Eros Ramazzotti), l’attrice Virginia Raffaele, l’attrice Rocío Muñoz Morales (compagna di Raoul Bova, anch’egli ospite della kermesse) ed Antonella Clerici la peggiore di tutte, confonde gli spettatori sulle foibe (prontamente rettificato da Conti), mette un vestito manco fosse la fata turchina. Pensavo curasse di più la sua uscita sanremese quest’anno dopo la gaffe della figlia di 4 anni davanti alle telecamere. Gli uomini ( 5.5 ): Francesco Totti da solo merita un 8, ma purtroppo è dribblato malamente dagli attori Raoul Bova, risultato molto impacciato (non da lui essendo attore), Alessandro Gassmann e Marco Giallini molto attori anche sul palco dell’Ariston. I comici ( 6.5 ): I migliori: il duo Luca Bizzarri & Paolo Kessisoglu e Geppi Cucciari. Sfortunatamente sono usciti sul tardi, ma sicuramente meritano un 8 per la propria performance unica e non replicabile. Gli altri: Montesano, Brignano, Pantani… non pervenuti. Rocco Tanica ( 8 ): E’ la vera star del Festival di Sanremo, il più bravo sicuramente dello staff di Conti al quale va un fortissimo applauso per averlo scelto. Il suo vero nome è Sergio Conforti, ed è stato un vero conforto goderselo. Al Bano ( 6 ): Classe ’43, quindicesima volta all’Ariston, un curriculum di tutto rispetto quello di Albano Carrisi, un uomo che con la sua voce potente ha fatto un ottimo lavoro. La canzone “Di rose e di spine”, come dice anche il titolo, parla dell’amore e del fatto che seppur bello (come una rosa) è spesso doloroso (come le spine). Tra gli eliminati del secondo turno. Elodie ( 6 ): “La ragazza con i capelli rosa”, 26 anni, bella voce. Elodie Di Patrizi sembra avere le carte in regola per una discreta carriera post talent. Forse uno dei pochi artisti di quel contesto, capace di stabilire immediatamente grosse cifre per i concerti tenuti. “Tutta colpa mia”, un brano classico incentrato sui sensi di colpa che ci invadono dopo la fine di un amore. E probabilmente anche per questo motivo, nella serata delle cover, ha scelto di interpretare “Quando finisce un amore” di Cocciante”. Paola Turci ( 7 ): “Fatti bella per te”. Se avesse ripetuto questa frase per tutto il resto del pezzo, avrebbe comunque fatto la sua bellissima figura. La Turci, una giovane 52enne in gran forma che quest’anno ha regalato al Festival di Sanremo una canzone interessante e in prima persona: l’accettazione di sé, un tema molto caro soprattutto alle donne, sempre più pressate da una società probabilmente ancora troppo maschilista. Il podio non sarebbe stato uno scandalo. Samuel ( 5 ): Quando ho letto la prima volta il testo di “Vedrai” di Samuel Umberto Romano ho pensato: “un po’ troppo subsonica”. Infatti dopo averlo ascoltato live e soprattutto aver visto il videoclip, non ho notato differenze, se non per qualche arrangiamento musicale. Canzone carina indubbiamente ma avevo aspettative più alte sul frontman della band torinese. Fiorella Mannoia ( 8 ): “Che sia benedetta”. Mi correggo: che sia benedetto il Festival di Sanremo per aver permesso a questa immensa artista di regalarci un brano di questo spessore. Un brano che sono convinto resterà negli annali della musica italiana. Eravamo tutti pronti ad applaudirla con il leone d’oro, ma ahimé si è dovuta “accontentare” del secondo posto e del Premio Miglior Testo. Cinque volte concorrente e prima volta sul podio per lei. La Mannoia ci interroga sul senso della vita e ci invita a tenercela stretta perché per quanto possa essere dura rimarrà sempre lì ad aspettare che ti rialzi e vai avanti. Nesli e Alice Paba ( 4 ): un duo poco convincente, Nesli non ho mai capito perché al Sanremo predilige cantare melodie piuttosto che rappare, ma questa è forse una domanda da fare a lui stesso, ma a suo favore non posso che spezzare due lance: la prima è che è un autore molto attivo da 15 anni e soprattutto è l’autore dei testi più belli cantati da Tiziano Ferro “La fine”. La Paba, invece, è più attenta e tiene il palco con molta disinvoltura. “Do retta a te”, una canzone che trasmette consapevolezza o rassegnazione (dipende dai punti di vista): che se anche la vita non va come desideriamo, bisogna farsene una ragione e accettare le cose come vengono. Michele Bravi ( 6.5 ): Ancora prima di leggere il testo, lessi il titolo: “Il diario degli errori”. Ammetto che mi spaventai, pensavo di sentire la solita canzone adolescenziale, ma come spesso succede le apparenze ingannano e infatti ha meritato il 4° posto. La canzone, come molte quest’anno, tratta il tema dell’esperienza di vita: che anche dai momenti difficili e dagli sbagli impari molto e cresci. Fabrizio Moro ( 6.5 ): Settimo posto un po’ stretto per il cantante romano. “Portami via” è una richiesta di aiuto alla figlia Anita, in un momento della vita di Moro nel quale sta ripartendo. Dopo aver vissuto qualche anno difficile, chiede indirettamente alla figlia di essere un sostegno per continuare ad andare avanti. Un ragazzo molto sensibile ed un testo molto toccante. Anche lui, come per la Turci non avrebbe certo scandalizzato fosse salito sul podio. Per lui è la quarta volta al Sanremo, esattamente 10 anni dopo la vittoria con “Pensa”. Giusy Ferreri ( 5 ): Solita canzone alla Giusy Ferreri. Questa volta è sembrata anche molto stanca sul palco, forse già rassegnata alla sconfitta. “Fatalmente male” parla di amore passionale fatto di incomprensioni e tentennamenti, come lei stesso ha dichiarato. Per lei 3° partecipazione alla kermesse sanremese. Gigi D’Alessio ( 6 ): Premesso che la polemica dopo l’eliminazione è stata una caduta di stile, devo ammettere che sia la canzone presentata che la cover sono state due belle performance. “La prima stella” forse, cantata da qualche “figlio” di Maria De Filippi (Marco Mengoni per citarne uno), sarebbe rientrata probabilmente tra i primi 10 posti, ma si sa… Sanremo è anche questo. Raige e Giulia Luzi ( 4 ): “Togliamoci la voglia” credo sia stata anche la frase che si sono detti dietro le quinte i due cantanti, aggiungendovi “di duettare insieme al Sanremo”. Niente da dire su Giulia Luzi che ha una bellissima voce, ma Raige soprattutto è non pervenuto. La canzone spiega quanto siano importanti i piccoli momenti della giornata che sono il vero motore della nostra vita. Non bisogna mai dimenticarsene. Ron ( 5.5 ): Il voto “alto” lo prende esclusivamente perché la canzone tanto male non è, ma “L’ottava meraviglia siamo io e te” sembra una riproduzione (neo)melodica del brano di Jovanotti “Il più grande spettacolo dopo il Big Bang”. Rosalino Cellamare con “L’ottava meraviglia” cerca di raccontare l’amore con una vena poetica e credo ci sia riuscito. Ermal Meta ( 9 ): Il voto più alto di queste pagelle va sicuramente al cantante albanese, naturalizzato italiano. In pochi lo conoscevano, anche se sono già un po’ di anni che canta, oltre ad aver partecipato con la sua vecchia band “La fame di Camilla” al Sanremo 2010 e ad aver scritto brani per Emma Marrone, Francesco Renga, Patty Pravo, Chiara, Marco Mengoni, Francesca Michielin, Francesco Sarcina, Giusy Ferreri e Lorenzo Fragola, nonché gli arrangiamenti degli album dei suddetti Renga e Sarcina e della band “Negrita”. Vietato morire è un inno contro la violenza domestica (Ermal dichiarò che il padre era “un violento” e per questo con la madre si trasferì a Bari), un testo molto profondo e forse il più significativo e sentito dai più, di questo Sanremo. Oltre alla terza posizione (forse meritava di più) ha vinto il Premio Cover con “Amara terra mia” di Modugno ed il Premio della Critica distanziando di pochi voti la collega Fiorella Mannoia. Michele Zarrillo (4.5 ): “Mani nelle mani” canzone d’amore e di ricordi d’amore. Una canzone alla Zarrillo, ma non basta per lasciare il segno a Sanremo. Lodovica Comello ( 3.5 ): Appena sentii il suo nome dalla bocca di Carlo Conti esclamai: “CHI???” E dopo che mi dissero: “è l’amica di Violetta”, esclamai: “CHI???” A parte gli scherzi, la canzone non era all’altezza della kermesse sanremese e fossi stato in D’Alessio più che per Greta Menchi, avrei fatto polemica per essere stato eliminato al posto della Comello. “Il cielo non mi basta” tratta un amore che non riesce proprio a decollare, probabilmente perché lui invece la Comello la conosce. Fortunata Sergio Sylvestre ( 6 ): Avrebbe meritato un mezzo punto in più se non fosse stato per quel piccolo problema tecnico durante l’esibizione della cover “Vorrei la pelle nera”, che poi detto da lui (o da Conti) rappresenta l’emblema del buddismo: “la felicità è desiderare quello che già si ha”. “Con te” è un pezzo bellissimo, che racconta la fine di una storia che si lascia alle spalle molti interrogativi ai quali è difficile dare una risposta. Clementino ( 5 ): Con “Ragazzi fuori” Clemente Maccaro, ha voluto ripercorrere la stessa strategia di Rocco Hunt delle scorse edizioni, ovvero, fare una canzone identica alla precedente sperando di avere almeno lo stesso risultato. La differenza importante era che, pochi anni prima Hunt, aveva vinto il Sanremo Giovani, mentre Clementino l’anno scorso è arrivato settimo e quest’anno ultimo (dei finalisti). Alessio Bernabei ( 5.5 ): “Nel mezzo di un applauso” è quello che resterà al giovane tarquiniese dell’esperienza sanremese. Molti applausi ma poco contenuto nella sua canzone d’amore. 15° posto meritato, non tutti i talenti riescono ad essere costanti nella loro crescita artistica e lui è uno di questi esempi. Chiara ( 5.5 ): 14° posto per la bella Galiazzo e devo dire che le è andata bene. “Nessun posto è casa mia” è una canzone che non è riuscita ad entrare nella testa degli spettatori perché molto simile alle ultime canzoni della giovane padovana. Due anni fa, con il brano “Straordinario” (scritto a quattro mani da Ermal Meta e Gianni Polex) guadagnò meritatamente il 5° posto. Francesco Gabbani ( 8.5 ): Il mezzo punto in più lo prende per la vittoria meritata. Come dicevo, tutti si aspettavano la vittoria della Mannoia ma nessuno aveva previsto che il mix di sonorità orientali ed occidentali, un testo multiculturale e molto significativo, ma visto dai più come banale, potesse arrivare a vincere il 67° Festival della Canzone Italiana di Sanremo. Ha dichiarato Gabbani: “Occidentali” non identifica l’occidente geografico o l’uomo occidentale, ma il modello culturale occidentale e gli effetti sull’uomo contemporaneo. Occidentali’s Karma è uno spaccato sulla contemporaneità. Le nostre azioni, le nostre scelte, tracciano quello che possiamo chiamare destino o Karma. Protagonista è l’uomo, che, pur presentandosi in giacca e cravatta, non sembra essere tanto cambiato dal suo progenitore che viveva nelle caverne e che, spogliato delle sue sovrastrutture, si presenta per quello che è, ovvero una scimmia nuda.” Primo posto meritato, sperando che dopo la vittoria del Sanremo Giovani scorso e di quello dei Big di quest’anno, non resti una meteora come spesso accade ma che possa deliziarci ancora con canzoni alternative e ironiche. “Occidentali’s Karma”. Bianca Atzei ( 6.5 ): Anche lei è una di quelle che avrebbe meritato qualche posto più in alto in classifica. “Ora esisti solo tu”, canzone d’amore autobiografica scritta da Francesco Silvestre, frontaman dei Modà. Bella sia melodicamente che testualmente. Per lei seconda volta al Sanremo. Marco Masini ( 6 ): Forse il più penalizzato degli artisti in gara, un 13° posto che non va giù. “Spostato di un secondo” è un brano che racconta quello che lui è stato e quello che invece poteva essere. Inoltre si è cimentato in una nuova sperimentazione che forse potrà dare il via ad un nuovo Marco Masini. Promosso. Lele, Vincitore “Giovani Proposte” ( 6 ): Si dice: “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina.” In questo caso difficilmente ci si può pensare bene della vittoria di Lele. Non solo perché la canzone non era la più bella, ma non aveva nemmeno qualcosa di diverso dalla solita canzone d’amore (Maldestro e Tommaso Pini raccontavano qualcosa). Consideriamo, inoltre, la sua lovestory con Elodie (lei big, lui no) entrambi partecipanti al talent “Amici 2016” e quindi pupillo di Maria De Filippi. In conclusione: prende 6 perché ha vinto, ma già sappiamo che non prenderà la strada intrapresa da Gabbani… non è sempre Natale!